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Cronaca

Controllo straordinario del territorio, carabinieri in azione a Bracciano: 2 arresti e 5 denunce

Arresti e denunce. Un giovane italiano e’ stato denunciato per guida in stato di ebrezza. Sono 5 invece gli automobilisti trovati in possesso di hashish

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Servizio straordinario di controllo del territorio eseguito dai carabinieri della compagnia di Bracciano, predisposto dal gruppo di Ostia, anche con l’impiego di carabinieri giunti dalle compagnie di Monterotondo e di Roma Cassia, al fine di intensificare la presenza e la percezione di sicurezza durante il fine settimana.

Durante l’operativo sono state arrestate due persone, altre 7 sono state denunciate a piede libero. Non finisce qui: altre 5 persone sono state segnalate all’Ufficio territoriale del governo per abituale assunzione di droga.

Nello specifico, i militari della stazione di Campagnano hanno rintracciato e arrestato un cittadino italiano colpito da un ordine di carcerazione per i reati di spaccio di stupefacenti e riciclaggio. A Riano, invece, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato un 50enne italiano, gia’ agli arresti domiciliari, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, per aver violato le prescrizioni imposte. Gli arrestati sono stati associati al carcere di Rebibbia.

Nella due giorni di servizio straordinario sono state elevate contravvenzioni per un ammontare totale di circa euro 1.500 ad una frutteria di Trevignano Romano, dove sono state riscontrate difformita’ con riferimento alla rintracciabilita’ di alcuni alimenti. Ancora a Trevignano Romano i carabinieri della stazione e dell’Unita’ navale di Bracciano hanno denunciato il proprietario di un centro velico per abusivismo edilizio in quanto aveva realizzato tre fabbricati in area sottoposta a vincolo paesaggistico ed in totale assenza di titoli autorizzativi.

Nel corso dei controlli stradali, i carabinieri

hanno denunciato tre cittadini italiani per ricettazione di due mezzi agricoli con telaio palesemente contraffatto. Inoltre un 30enne albanese e un 19enne italiano sono stati denunciati per porto di oggetti atti ad offendere, poiche’ trovati in possesso di una mazza da baseball e di un coltello.

Per concludere, un giovane italiano e’ stato denunciato per guida in stato di ebrezza. Sono 5 invece gli automobilisti trovati in possesso di hashish. Oltre alle sanzioni per loro e’ scattata anche la sospensione della patente di guida.

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Cronaca

Caso Vannini, la mamma Marina: “Non credo verrà mai fuori la verità”

Mamma e papà Vannini sono diventati per l’opinione pubblica icone di coraggio. “Io mi sento solo una mamma che voleva giustizia per il figlio”

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Roma – “Noi tutti i giorni ci interroghiamo su quella notte. Non credo che verra’ mai fuori la verita’, ormai avremo solo quella processuale”. Marina Conte, la mamma di Marco Vannini, risponde cosi’, intervistata dall’agenzia Dire, alla domanda se ci sia ancora spazio per la ‘verita” sulla tragica notte del 17 maggio 2015 a Ladispoli quando, appena ventenne, il figlio Marco venne ucciso in casa della fidanzata, Martina Ciontoli.

La sentenza dell’appello bis ha condannato Antonio Ciontoli, il suocero, a 14 anni per omicidio volontario, i due figli, Federico e Martina, e la moglie di Ciontoli, Maria Pezzillo, a 9 anni per concorso in omicidio volontario.

“I Ciontoli – dice ancora Marina – continuano a mantenere quella linea difensiva e l’unico che poteva dire la verita’, oltre a loro, e’ Marco che non c’e’ piu’. All’inizio chiedevamo giustizia e verita’, oramai la verita’ l’abbiamo accantonata. Quando venne Luciano Garofano – l’ex Generale dei RIS perito dei Vannini – disse: ‘Finitela di pensare a quella notte o non avrete mai pace’. Noi invece vogliamo trovarla una pace interiore- sottolinea Marina- affinche’ anche Marco possa riposare in pace. L’importante e’ che la giustizia abbia riconosciuto i diritti a nostro figlio”. E proprio su questo papa’ Valerio aggiunge: “Ci siamo sempre battuti per la condanna per omicidio volontario” piu’ che per il numero di anni, come piu’ volte entrambi i genitori hanno dichiarato a commento della sentenza.

“Quando hanno sparato a Marco – ribadisce Valerio Vannini – lo hanno ferito, la morte e’ stata causata per la loro volonta’ di non soccorrerlo, come e’ stato dimostrato nel processo”.

Sull’assoluzione di Viola Giorgini, l’ex fidanzata di Federico Ciontoli e l’unica presente in quella casa a non essere stata condannata, Marina Conte preferisce non commentare: “Quando avremo le carte dell’appello bis vedremo”. Papa’ Valerio aggiunge: “Lo ha detto il giudice in Aula” quel che pensa di lei. Era stata proprio Viola Giorgini a rimproverare ai Vannini la mediaticita’ e a dire ‘quanto il processo mediatico le avesse rovinato la vita’. Tesi che l’avvocato della difesa ha ripreso parlando di ‘sentenza mediatica’ e usata anche dallo stesso Antonio Ciontoli in aula con l’affermazione di una ‘realta’ romanzata’ dai media.

“Siamo stati anche criticati perche’ siamo andati nei salotti televisivi, ma noi non avremmo mai voluto. Avremmo preferito stare a casa nostra, beati, con nostro figlio. Finalmente il 30 settembre e’ arrivata la sentenza che attendevamo da 5 anni. Il mio e’ stato un grido liberatorio, di contentezza. Ebbene si’- ha ammesso Marina- perche’ questa sentenza restituisce rispetto a mio figlio. Quello che hanno detto i Ciontoli in questi anni gli aveva tolto sia giustizia che rispetto. Dovrebbe essere palese sin dall’inizio che la giustizia deve stare dalla parte delle vittime e invece sembravamo noi i carnefici”.

La mamma di Marco Vannini ribadisce: “Attraverso i media abbiamo potuto mettere tutti a conoscenza di quello che era successo in quella casa. All’inizio si parlava di incidente domestico e invece si e’ trattato di omicidio volontario e di concorso. Bastava ascoltare le due telefonate al 118 e la perizia”. “C’e’ stato clamore- aggiunge papa’ Vannini- non perche’ noi siamo stati bravi a confondere la gente, i media hanno fatto vedere quello che e’ successo, dalle intercettazioni in poi, e ogni italiano ha ragionato sulle cose avvenute in quella che era la casa della ‘seconda famiglia’, come sembrava, di nostro figlio”.

In memoria di Marco nasceranno progetti e attivita’ per i giovani, per chi e’ in difficolta’. Il libro ‘Mio figlio Marco’ scritto con Mauro Valentini (Armando Editore) e’ stato realizzato anche per questo, come testamento per altri giovani: “Marco continuera’ a vivere- dice sua madre- con la nostra parte dei proventi a Cerveteri e Ladispoli si realizzeranno attivita’ sociali per i giovani. Se fosse ancora tra noi avrebbe voluto aiutare chi era in difficolta’. Continueremo a coltivare questo desiderio e poi vedremo con il tempo”.

Mamma e papa’ Vannini sono diventati per l’opinione pubblica icone di coraggio. “Io mi sento solo una mamma che voleva giustizia per il figlio”, dice Marina. “Sono sempre stata forte di mio e di fronte alle bugie che ho sentito, in me e’ nata una forza quasi disumana. A chi ha subito ingiustizia dico di non demordere e di lottare”.

“La perdita di un figlio ti spezza il cuore- dice Valerio- se non vai in depressione, come speravano, la forza di lottare per la giustizia ti viene da dentro. Il processo non e’ ancora finito- ricorda- e noi lotteremo fino alla fine. Lo abbiamo promesso a Marco”.

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